Fabbricatore ha ragione: se non c’è una visione collettiva non può esistere un futuro per il basket

Fabbricatore ha ragione: se non c’è una visione collettiva non può esistere un futuro per il basket

La pallacanestro, come tantissime altre cose, è affetta da tempo dal “morbo dell’individualismo” che contribuisce ad appestare e indebolire la società. Egoismo, egotismo ed egocentrismo sono atteggiamenti psicologici molto comuni al giorno d’oggi. L’egoismo come sappiamo è il ritenere che ogni nostra azione è finalizzata a soddisfare il nostro io, il nostro interesse personale. L’egotismo, decisamente meno conosciuto, è quell’atteggiamento psicologico che ci porta ad adorare le nostre azioni e la nostra immagine in modo narcisistico. L’egocentrismo è dei tre l’atteggiamento psicologico più rilevante e devastante della contemporaneità. In quanto è determinato e descritto da comportamenti che pongono il nostro io al centro di qualsiasi evento, minando una reale comunicazione con gli altri, ma soprattutto ponendo il nostro punto di vista come unico possibile, come assoluto. Basti pensare alla scarsa interazione tra gli addetti ai lavori sui temi e fatti della pallacanestro regionale. Una carenza di confronto e dialogo figlia non solo del disinteresse, ma anche di un atteggiamento di sprezzante superiorità e grandezza (più presunta che reale).
L’ex giocatore e opinionista Carlo Fabbricatore su Pianeta Basket scrive, a proposito dei dirigenti, che “escludendo pochi, non hanno una visione collettiva anzi proteggono strenuamente il loro orticello”. Ed è tristemente vero. Un buon 90%, se non 95%, dei presidenti/dirigenti pensa esclusivamente alla propria società, non considera e affronta i problemi che attanagliano il movimento, di cui però fa parte la loro associazione. Non esiste o è veramente impercettibile, un’unione di intenti. Ognuno pensa a sé stesso. Ed è qui che casca su burricu. Togliamoci questi maledetti paraocchi e come dice anche Fabbricatore: “rimettiamo il canestro al centro del progetto: se non c’è una visione collettiva non può esistere un futuro per il nostro amato sport”.